Il drone biologico si decompone come i funghi. Micelio fibroso, la stessa sostanza di cui sono fatti i funghi. È di questo che si compone il drone realizzato da studenti provenienti dall’Università di Stanford, dalla Brown University e dallo Spelman College. Si chiama Bio-drone e si decompone senza lasciare tracce, o quasi. Alla struttura del fungo i ricercatori hanno applicato resistenti fogli di cellulosa batterica, mentre i circuiti interni sono stati stampati con inchiostro in nanoparticelle d’argento: materiali biologici, resistenti ma abbastanza delicati da consentire al drone, in caso di schianto al suolo, di non danneggiare l’ambiente.
PrototipoIl prototipo sarebbe in grado di decomporsi in qualche mese, ma la squadra sta lavorando a un «sistema di biodegradazione attivo» che restringerebbe i tempi a quattro giorni. Inoltre sta pensando di utilizzare, per i sensori, i batteri Escherichia coli (quelli che consentono la digestione). Ma dovrà considerare le parti che, per ora, non possono essere biologiche, come rotori, batterie e comandi: per il prototipo sono stati prese da un comune quadricottero.
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