Negli anni della tecnologia digitale e della banda larga, le città italiane si rivelano sempre più lente. A Roma, Milano e Napoli ci si sposta a una velocità media di 15 km/h, con minimi di 7-8 orari quando il traffico si fa caotico. Impiegavano meno i nostri antenati, quando il motore a scoppio era ancora ben lungi dal venire, e ci si muoveva con cavalli e carrozze. Secondo Confcommercio, che ha presentato il Libro Bianco sui trasporti «Sciogliere i nodi per competere», tale è l'arretratezza delle infrastrutture italiane che alla fine del 1700 la velocità media era la stessa di oggi. Almeno nelle metropoli.
LE DIFFERENZE CON GLI ALTRI PAESI- Dallo studio dell'associazione dei commercianti emergono numeri preoccupanti sul ritardo italiano rispetto ad altri paesi europei: «la mancanza di infrastrutture rispetto alla Germania, negli ultimi 10 anni ha contribuito a fare perdere 142 miliardi di Pil». E ancora: «a 50 miliardi ammontano le perdite nel solo 2010 a causa del divario infrastrutturale all'interno del nostro stesso paese». L'indagine si sofferma sulle opere incompiute: sarebbero ben 27 quelle più importanti, di cui alcune risalgono a mezzo secolo fa. Rispetto al « Programma per le Infrastrutture Strategiche», il cui valore stimato è di 367 miliardi di euro, lamenta Confcommercio che «è stato portato termine solo il 9,3% dei lavori e quasi il 60%è ancora in fase di progettazione».
IL CROLLO DEGLI INVESTIMENTI- Gravi preoccupazioni anche sul fronte degli investimenti: dal 1990 si è speso il 35% in meno, con picchi nel biennio 2009-2011 e 18 miliardi già sono stati tagliati per il triennio 2012-2014. «Quanto alle risorse comunitarie è utilizzato solo il 12% degli oltre 41 miliardi stanziati per il quinquennio 2007-2013» afferma la nota.
IL RITARDO DELLE AUTOSTRADE- Sprechi e mancati investimenti hanno di fatto fermato la crescita della rete autostradale. Secondo Confcommercio, infatti, quella italiana si è sviluppata dal 92 a oggi 10 volte in meno rispetto a quella francesi e circa 25 in meno rispetto a quella spagnola. Discorso analogo per le ferrovie, nonostante la realizzazione della rete ad alta velocità.
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